Puoi costruire qualcosa di bello anche con le pietre che trovi sul tuo cammino."
J. W. Goethe
Quando chiedere aiuto
Non c’è un limite definito e rigido su quando chiedere aiuto allo psicologo. Esistono però dei segnali che ci suggeriscono di trovare un tempo e spazio personale per ritrovare l’equilibrio perso:
- possono essere veicolati dal nostro corpo, che ci parla con la stanchezza, con la mancanza di energia, con la sensazione di stress, con la rigidità o la desensibilizzazione, l’insonnia o l’ipersonnia;
- possono essere colti dalla pesantezza percepita dalla nostra mente, che rimurgina continuamente, sovraccarica di pensieri e preoccupazioni, che prospetta solo un futuro negativo, incapace di vedere la luce;
- possono essere segnalati dai nostri sensi, semafori del nostro equilibrio psicofisico, meno vigili e attenti o completamente incapaci di sentire quello che ci accade, o viceversa iperattivati, iperstimolati, sempre allerta anche senza un reale motivo.
Un altro segnale indicativo del bisogno di aiuto possiamo percepirlo nel modo di vivere le emozioni, quando le percepiamo come disadattive, ingestibili, involontarie e incontrollabili, discordanti, troppo intense o al contrario assenti, è un altro saggio invito a prenderci il nostro tempo e ad ascoltarci. Infine un ulteriore segnale può essere dato dal disagio percepito nello stare in relazione con gli altri, nel sentirsi inadeguati, nel non riuscire a esprimere sé stessi e i propri bisogni, nel sentirsi soffocare.
Quando questi segnali ci confondono, ci appesantiscono, ci rendono meno capaci di vivere serenamente il quotidiano possiamo fermarci a chiederci di cosa abbiamo bisogno. Il limite di quando chiedere aiuto è definito dalla persona, dalla possibilità che si dà di ascoltarsi, di prendersi il suo tempo, di scegliere di volere di più da sé stesso, dal proprio quotidiano, dalla propria relazione, dalla propria vita, autoderminando un percorso di crescita, di ascolto di sé, di accettazione delle proprie vulnerabilità e di amore verso sé stessi.